Allergia alimentare:
L’allergia alimentare varia per sede e intensità, coinvolge tipicamente l’apparato gastrointestinale, il respiratorio e la cute. I Mastociti interagendo con IgE rilasciano istamina (responsabile di molti effetti associati ad allergica), abbondanti del naso, gola, polmoni, pelle e tratto gastro-intestinale. La conseguenza più temibile di un’allergia alimentare è lo shock anafilattico, è grave, può condurre all’occlusione delle vie respiratorie, coma e morte. Per evitarla necessita l’intervento precoce con Epinefrina o Adrenalina.Segni e sintomi di allergia alimentare:
Insorgono da pochi minuti fino ad un’ora dopo il termine del pasto, fortunatamente sono fastidiosi, ma non sempre così pericolosi.
Sintomi più comuni di una allergia alimentare | Sintomi associati allo shock anafilattico o anafilassi |
Prurito al cavo orale e alla faringe. Orticaria, prurito cutaneo o eczema. Gonfiore delle labbra, del viso, della lingua, della gola o di altre parti. Asma, congestione nasale o problemi respiratori. Dolore addominale, diarrea, nausea o vomito Vertigini, svenimenti, emicrania capogiri. | Costrizione delle vie respiratorie, con conseguente difficoltà respiratorie. Shock, con una grave caduta di pressione arteriosa, pallore. Ansietà, palpitazioni, sudorazione. Vertigini, svenimento, coma. |
Nei bambini allergici, la reazione più frequente (70%), riguardano l’apparato gastrointestinale, ma posso verificarsi anche disturbi cutanei (24%) e respiratori (6%).
La conseguenza più temibile è lo shock anafilattico, che spesso può essere scatenato anche da quantità minime di alimento.
Non trova invece alcun fondamento scientifico la credenza secondo cui le allergie alimentari favorirebbero il sovrappeso e l’obesità .
La limitazione delle scelte alimentari è nota da tempo come una delle più efficaci strategie per combattere il sovrappeso.
Topi alimentati in modo automatico, secondo meccanismi, “self service”, rispondono in modo diverso a seconda del numero di cibi a disposizione.
Quando il topolino viene alimentato con un solo tipo di cibo, anche se particolarmente gradito, è perfettamente in grado di sospenderne la sua assunzione.
Al contrario quando lo stesso animale può scegliere tra cibi vari ed appetibili, mangia più del necessario ed ingrassa.
Diagnosi:
La diagnosi di allergia alimentare si basa su test clinici di varia natura e su un’attenta analisi della storia clinica del paziente. In generale, si preferisce iniziare con test cutanei, valutando la comparsa di reazioni allergiche dopo somministrazione sotto cute di antigeni di diversa natura. Una volta individuato l’alimento o l’allergene, si possono fare test specifici, come il RAST o l’ELISA, per scoprire quali sono i frammenti proteici responsabili dell’allergia. Le tecniche diagnostiche a disposizione sono numerose, con diverso grado di complessità al fine di ottenere metodi innovativi dotati di maggiore attendibilità ed affidabilità.In molti casi, la ricerca dell’allergene, viene ostacolata da vari fattori, primo tra tutti quello della co-sensibilizzazione.
Sempre più frequenti sono le persone allergiche che risultano negative ai comuni test diagnostici.
Negatività ai test allergici può avvenire quando l’individuo è sensibile a più allergeni, ma in misura lieve.
Manifesta reazioni allergiche solo se esposto contemporaneamente a più allergeni.
Da sottolineare, inoltre, che queste allergie danno una sintomatologia attenuata, complicandone ulteriormente l’individuazione.
Può succedere che una persona sia allergica all’alimento crudo, ma non a quello cotto, perchè molti allergeni, essendo di natura proteica, sono inattivati dal calore.
Un altro fattore che può complicare l’identificazione diagnostica dell’allergene è rappresentato dall’utilizzo di alimenti complessi, cioè costituiti da molti ingredienti ed additivi alimentari.
Una volta diagnosticata l’allergia, l’alimento o gli alimenti in questione devono essere eliminati dalla dieta.
Cura e terapia:
Come anticipato, la terapia dell’allergia alimentare si basa sull’eliminazione dalla dieta dell’alimento a cui il soggetto è sensibilizzato.
Questo particolare regime alimentare, definito dieta di esclusione, non deve durare tutta la vita.
Soprattutto nei bambini piccoli, la sintomatologia tende a scomparire con il passare del tempo.
In presenza di un’allergia importante, il dottore può prescrivere Epinefrina iniettabile, che la persona allergica deve portare con sé per combattere lo shock anafilattico.
le allergie alimentari lievi possono essere controllate con gli antistaminici, da assumersi dopo il contatto con l’allergene, per attenuare le manifestazioni indesiderate.
Allergia alimentare:
Allergia alimentare | Differenze tra allergie ed intolleranze alimentari |
Reazioni pseudo- allergiche | Incidenza e fattori di rischio: ereditarietà ed esposizione all’antigene |
Età e fattori ambientali | Aree geografiche, cross-reattività allergeni occulti OGM |
Sintomi, diagnosi, cure | Alimenti ed additivi implicati nella comparsa di allergie alimentari |
Alimenti implicati nella reazione allergica:
La FAO (Food and Agricolture Organization), in collaborazione con la Commissione Europea, ha stillato una lista degli alimenti più allergizzanti.
Il 90% delle reazioni allergiche su base alimentare sono causate da otto alimenti, vediamoli nel dettaglio.
- Latte: l’allergia alle proteine del latte vaccino è la prima causa di allergia alimentare e colpisce soprattutto i bambini. Può dare origine a reazioni anche molto gravi, persino attraverso la semplice inalazione di particelle di latte in polvere. L’allergia alimentare può insorgere come malattia lavorativa, frequente tra le persone impiegate in stabilimenti dove si lavora, ad esempio, il latte in polvere. In questi reparti, per evitare la sensibilizzazione, è obbligatorio l’utilizzo della mascherina.
- Soia: è un altro alimento fortemente allergenico. Alcuni bambini allergici al latte vaccino lo diventano anche alla soia. Il “latte”, che si ricava dalla spremitura dai semi della soia, è spesso usato come alternativa anallergica al latte. Alcuni componenti della soia, quali la lecitina e gli idrolizzati proteici, sono ampiamente utilizzati come additivi alimentari. Questi componenti possono quindi rendere pericoloso il consumo degli alimenti a cui vengono aggiunti.
- Uova: l’uovo contiene moltissime proteine dotate di potenziale effetto allergico. Tra queste, le principali sono tre: l’ovomucoide, l’ovoalbumina e l’ovotransferrina; solo le ultime due sono labili al calore e si denaturano con la cottura, perdendo la capacità di produrre manifestazioni allergiche. Conoscere a quale proteina si è sensibilizzati risulta quindi essenziale per impostare una dieta di esclusione adeguata. Gli stessi allergeni presenti nell’uovo sono contenuti anche nella carne ed in particolare in quella di pollo, ma cotta. L’allergia alle uova è comune in età pediatrica ma, fortunatamente, regredisce con facilità.
- Pesce: è una delle allergie alimentari più frequenti nei Paesi scandinavi, dove “spopola” quella al merluzzo. Sulla possibile origine professionale della malattia vale lo steso discorso fatto per il latte; il rischio è maggiore per le persone che lavorano a stretto contatto con l’alimento, ad esempio in stabilimenti dove si producono farine di pesce. A livello intestinale, infatti, sono presenti immunoglobuline IgA secretorie, capaci di impedire l’assorbimento sistemico degli allergeni; mentre la stessa protezione non sussiste a livello respiratorio (per questo motivo si rende necessario l’utilizzo di mascherine). Se dopo un pasto, a base di pesce, si avvertono disturbi riconducibili alle allergie alimentari è importante eseguire una serie di test diagnostici; per scoprire se si tratta di una reazione pseudoallergica o di una vera e propria allergia. Molti pesci contengono sostanze istaminoliberatrici o sono essi stessi fonte di istamina.
5. Arachidi e noci: l’allergia all’arachide, da tempo presente negli USA, ora si sta diffondendo in Europa e sta diventando una delle principali allergie del bambino.
6. Molluschi: rarissime. Interessanti sono le reazioni ad alcune specie di chiocciole di terra, dette impropriamente “lumache”, che si manifestano in soggetti sensibili ai dermatofagoidi.
7. Grano: la farina di frumento, solo eccezionalmente, provoca manifestazioni allergiche. L’allergia al grano, non va confusa con la celiachia che è una patologia totalmente diversa e soprattutto non coinvolge il sistema immunitario.
8. Frutta: alimenti come banana, avocado, castagna, melone, kiwi, fragole, può dare reazione allergica.
Ma anche verdure come il sedano, che rappresenta uno degli alimenti più frequentemente responsabili di allergie.
In questo caso chi è allergico ad un frutto deve eseguire test clinici precisi anche per i frutti appartenenti alla stessa famiglia botanica.
Alcuni frutti ed ortaggi freschi sono in grado si scatenare una lieve reazione allergica a livello orale;
caratterizzata da un fastidioso senso di prurito al palato e alla gola, che compare al contatto con l’alimento.
Tipico esempio di cross-reattività o reattività crociata, in cui alimenti diversi causano manifestazioni allergiche simili perché contengono antigeni con sequenze amminoacidiche affini.
In particolare, gli allergeni presenti in alcuni frutti ed ortaggi sono simili a quelli contenuti in alcuni pollini.
Le persone allergiche all’ambrosia, possono esserlo anche ai meloni, così come i soggetti allergici al polline di betulla manifestano spesso reazione allergica alle mele.
Sostanze e additivi contenuti negli alimenti implicati in reazione allergica o intolleranza:
Anche gli additivi presenti negli alimenti possono causare reazioni allergiche o di intolleranza.
Salicilati: naturalmente presenti in alcuni alimenti come frutta secca, frutti di bosco, arance, uva, erbe aromatiche, vini e liquori. Possono essere causa di forme di orticaria cronica.
Tartrazina: colorante di sintesi, segnalato in etichetta, con il suo nome/codice E102, addizionato agli alimenti per conferire loro un piacevole colore giallo limone.
Presente in svariate preparazioni tra cui diverse bevande, maionesi e budini, può essere causa di orticaria e asma;
Anidride solforosa: utilizzata da sempre per il trattamento dell’uva e dei mosti, è un additivo che si può trovare in numerosi alimenti;
tra cui marmellate, succhi di frutta, aceto, macedonie e insalate trattate nei ristoranti con spray per mantenere un aspetto più fresco;
Solfiti, metasolfiti e bisolfiti: addizionati ai prodotti preconfezionati come conservanti e/o come antiossidanti, pericolosi soprattutto per le persone asmatiche. Soltanto il rosso carminio, di largo impiego nell’industria alimentare (aperitivi, gelati), cosmetica e farmaceutica, ha un potere allergenico riconosciuto.
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