500 mila italiani si ammalano in ospedale, strategie contro super-bug
In Italia ogni anno 500 mila pazienti sviluppano un’infezione collegata all’assistenza ospedaliera e circa 2 mila decessi sono direttamente riconducibili a questo tipo di problema. Dopo l’allarme lanciato dal Governo inglese sull’inefficacia degli antibiotici e i superbatteri, la sanità italiana fa i conti: si tratta di un problema che potrebbe pesare fino a 1 miliardo di euro, quando il 20-30% di infezioni potrebbe essere prevenuto con l’attuazione di buone pratiche cliniche, l’utilizzo di tecnologie mediche appropriate e la messa a punto di adeguati meccanismi di controllo e di processo, anche da parte degli operatori sanitari.
Se ne è parlato a Roma al convegno organizzato dal Consiglio regionale del Lazio in collaborazione con Assobiomedica. “Per rendere i nostri ospedali più sicuri – ha spiegato Rodolfo Lena, presidente della Commissione Salute del Lazio – è fondamentale promuovere una cultura indirizzata a capire come e perché si sbaglia. E’ opportuno che ogni organizzazione sanitaria si attivi al fine di ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni al paziente, così come agli operatori sanitari. E’ importante – ha aggiunto Lena – che le esperienze positive vengano diffuse e condivise in modo da assicurare a qualsiasi cittadino, operato in qualsiasi struttura sanitaria, uguali livelli di sicurezza. Dobbiamo far leva sul fatto che le tecnologie e le competenze necessarie esistono: il salto di qualità può arrivare solo da una adeguata e competente regia di sistema”.
Lena ha quindi richiamato i contenuti della Determina del 1 aprile 2014 che ha approvato le Linee guida regionali per la stesura del Piano di risk management, contenenti uno stringente cronoprogramma rivolto alle aziende sanitarie e ospedaliere del Lazio. “Per evitare una gestione tardiva delle infezioni e la resistenza alla terapia antibiotica, è sempre più urgente – ha dichiarato Luigi Boggio, presidente Assobiomedicali di Assobiomedica – un approccio coordinato e preventivo tra reparti, ma anche tra strutture sanitarie e Regioni, volto ad avviare in maniera omogenea politiche sulla prevenzione dei rischi; formazione del personale sulle pratiche di controllo delle infezioni; utilizzo di metodiche e dispositivi appropriati per la pulizia, l’igiene e la disinfezione delle apparecchiature. Ciò significherebbe un risparmio annuale stimato di più di 500 mila euro per struttura ospedaliera, oltre a una riduzione del 50% delle infezioni nosocomiali”.
“Alcune recenti esperienze di prevenzione e gestione delle infezioni in Regione Lazio – ha proseguito Pasquale Mosella, presidente Assodiagnostici di Assobiomedica – hanno dimostrato che la qualità è efficienza e che l’innovazione è risparmio: investire in prevenzione oggi significa minori complicanze e gestione delle cronicità domani”. Sono state ricordate alcune esperienze: allo Spallanzani di Roma, fra l’altro, il Piano annuale di risk management approvato nel 2014 si inserisce in una più ampia azione sistemica fatta della valutazione dei principali processi, analisi del rischio, promozione e implementazione di linee guida, procedure e istruzioni operative.
Al Policlinico Umberto I, partendo da un utilizzo di materiale in alcune sale operatorie non conforme alla normativa in vigore, e dalla necessità di una razionalizzazione della spesa, si è stabilita la conversione totale in tutte le sale al tessuto non tessuto con una gara aggiudicata nel 2010, che ha previsto, tra l’altro, un adeguato periodo di training agli operatori sul corretto utilizzo dei nuovi materiali. Mentre al San Filippo Neri dal 2001 è attivo un progetto di sorveglianza integrata che prevede, in ambito microbiologico, report semestrali – per area e per reparto – su possibili eventi infettivi, microrganismi e resistenze antibiotiche; una sorveglianza quotidiana su alert organism e sospette epidemie.
La farmacia dell’azienda, a sua volta, effettua report semestrali – per area e per reparto – su antimicrobici e disinfettanti, con analisi dei consumi e dei costi. Previsto anche il controllo dell’aderenza prescrittiva alle linee guida interne, con analisi periodica delle schede di prescrizione (antibiotici sottoposti a controllo regionale) e revisione periodica dei prontuari. L’ospedale San Filippo Neri detiene infine un database dedicato a isolamenti associati a infezioni nosocomiali riconosciute.
Milano 16 aprile 2015
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